“La prima volta per vedere, la seconda per conoscere, la terza per restare” così recita un proverbio marocchino che mi hanno insegnato tanto tempo fa.
E se il proverbio dice il vero, io sono decisamente nel posto sbagliato perché, superata di parecchio la terza volta, è lì che avrei dovuto essere: in Marocco.
Non sono lì ma posso affermare con assoluta certezza che il mio, per il Marocco, è amore puro.
A poche ore di volo dall’Italia con suoi i colori, i suoi profumi e i suoi suoni questa terra vi ammalierà come gli incantatori di serpenti che popolano piazza Jemaa el Fnaa, la piazza simbolo di Marrakech e di tutto il Marocco.
Marrakech la amerete o la odierete ma non vi sarà indifferente.
La amerete per il suo vocìo confuso e concitato di cui non capirete neanche una parola ma che vi porterà subito in un altro mondo.
La amerete per i colori del suo souk, tra i più grandi e colorati del mondo. Un milione di vicoletti in cui perdersi, un mondo di tessuti sbirluccicanti, lampade in ferro battuto e babouches che inevitabilmente comprerete e non metterete mai ma a cui sarà impossibile resistere. E che la contrattazione abbia inizio…perché l’acquisto di qualsiasi cosa in Marocco segue un rituale ben preciso: una lunga ed estenuante contrattazione a prescindere dal fatto che dobbiate spendere 10, 100 o 1000 dirham. La cifra non ha importanza dovete onorare il venditore con almeno mezz’ora di contrattazione tra la gente che passa e si ferma, rilancia, partecipa, si indigna se il prezzo è troppo alto…ma alla fine se avete pazienza e lo spirito giusto quasi certamente ce la farete, porterete a casa il vostro “pezzo” dopo aver risparmiato magari 10 dirham… ma vuoi mettere la soddisfazione?
E poi le spezie, mille colori e mille profumi dai più comuni a quelli mai visti e sentiti: dal cumino alla curcuma, dalla cannella alla paprika in tutte le sue declinazioni, vorrete comprarli tutti per carpire i segreti della cucina marocchina. Perché non ve l’ho detto ma il profumo e il sapore delle tajine, del couscous e del thé verde vi accompagnerà per tutto il viaggio da nord a sud, in ogni angolo del paese non mancherà mai del buon cibo e del thé verde, sarà il caldo benvenuto di questo popolo accogliente ed ospitale. La odierete per gli stessi motivi.
Quella confusione di lingue sconosciute che potrebbero dire qualsiasi cosa ma tanto non lo saprete mai!
Il souk “incasinatissimo” in cui ti si sentirai chiamare e tirare da tutte le parti da bambini che vorranno farti da guida o da venditori che vorranno farti comprare improbabili oggetti che mai utilizzerai e che ti costeranno di bagaglio extra quanto il prezzo del biglietto aereo ovviamente a fronte di una estenuante contrattazione in arabo, in francese, in inglese e in tutte le lingue che non sapevi neanche di conoscere.
E poi quell’odore forte di tutte le spezie del mondo che ti si appiccicherà ai vestiti e ai capelli e non andrà via per tutto il giorno.
E infine la tajine e il thè verde vi perseguiteranno ovunque anche nel villaggio più sperduto del sud e non potrete rifiutarli mai, pena l’offesa più grave che possiate fare ad un marocchino.
Da nord a sud il il Marocco è terra di contrasti e per questo la amerai o la odierai ma varrà sicuramente il viaggio.
Partirai in pantaloncini da Marrakech e attraverserai l’Atlante con piumino e cappello di lana per raggiungere il sud. Mentre costeggi il deserto, di fronte a te vedrai le montagne, quelle vere dove si scia e potrà capitarti sul passo del Tichka di essere travolto da una bella nevicata,
perché a 2200 metri può capitare anche se in lontananza vedi il deserto.
Dopo qualche ora, tanta strada sterrata e chilometri di nulla inizierà la tua discesa verso sud, attraverso posti incredibili che non hanno nulla a che vedere con la città.
Piano piano stai entrando in Marocco, quello vero, quello fatto di villaggi di sabbia e fango, di polvere e verità.
Quello fatto di pochi stranieri che hanno voglia e sono curiosi di dare un’occhiata dal buco della serratura.
Quello che parla un arabo stretto ed un francese discutibile, ma che ti aprirà la porta di casa sua per invitarti ad entrate, cucinerà per te le cose più buone e ti inviterà a condividere il pasto, tutti insieme e rigorosamente con le mani come tradizione vuole. Perché se vuoi conoscere un posto devi sporcarti le mani, aprire il cuore e ripulirti la mente, sono le regole del gioco!
Ma questo è solo l’inizio, sono i preliminari di un grande amore che inizia a Marrakech e continua fin giù per terminare nel deserto quando la notte scende fredda, buia e senza vento.
Certo, il tramonto dietro le dune di sabbia dell’Erg Chebbi è una di quelle cose che i vostri occhi non potranno dimenticare facilmente, un tramonto lento che sembra non dover arrivare mai ma quando arriva ti riempie gli occhi e ti riscalda l’anima.
A quel punto non devi fare altro: ascolta il suono del silenzio, alza gli occhi al cielo e inizia a contate le stelle.
E sì… perché quando inizia a calare la notte fa tanto freddo nel deserto, ma i berberi accenderanno un fuoco e davanti al fuoco acceso non potrai fare a meno di raccontarti a chi hai di fronte. Perché il deserto è così: ti spoglia l’anima come un amante a cui non puoi resistere e ti fa maledire il giorno in cui l’hai conosciuta perché, che tu lo voglia o no, non riuscirai più a dimenticarla.
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